Eccoci qui nella seconda lezione del progetto "A Scuola di OpenCoesione". La 3^F del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Nuoro, dopo un lungo periodo di riposo ( le vacanze di Natale e la chiusura per le abbondanti nevicate) ha ripreso a lavorare.
Ci hanno guidato nel secondo STEP il referente del centro “Europe Direct” del comune di Nuoro Salvatore Boeddu con le nostre professoresse Gali e Maricosu. La seconda lezione è stata svolta in 3 ore nella nostra scuola il 21 gennaio 2017 (un po' in ritardo per colpa del maltempo), la prima parte si è sviluppata nella nostra classe mentre la seconda nell'aula d'informatica. Nelle prime 2 ore con il signor Boeddu abbiamo visto i video previsti che ci hanno spiegato come individuare le informazioni riguardo il nostro progetto, cercando le fonti nei siti ufficiali, come http://www.opencoesione.gov.it e http://www.sardegnadigitallibrary.it ma anche nei giornali e nei libri presenti nella biblioteca della città; abbiamo ripreso il discorso degli open data per arrivare a spiegare cosa siano gli open government (letteralmente "governo aperto") ovvero tutte le attività delle amministrazioni dello stato che devono essere accessibili ai cittadini; abbiamo scoperto che esistono due tipi di dati: primari, ovvero quelli raccolti in prima persona attraverso diverse attività come:osservazione continuata, registrazione, misurazione, ispezione di comportamenti, oggetti, eventi; secondari, quelli invece già raccolti da altre persone, amministrazioni o organizzazioni, come nel caso di documenti, diari, giornali, statistiche ufficiali e altri tipi di ricerche. Nella seconda parte della lezione siamo saliti nell’aula d’informatica della nostra scuola e abbiamo cercato le informazioni utili per la nostra ricerca riuscendo così a compilare il research design; purtroppo nel sito http://www.sardegnadigitallibrary.it non abbiamo trovato nessuna informazione utile alla nostra ricerca, dato che il mulino inizialmente era di proprietà privata ma grazie alla collaborazione di tutta la classe siamo riusciti a trovare qualcosa d'interessante. Come già detto nella scorsa lezione, l’ex Mulino Gallisai è il monumento più rappresentativo della prima industrializzazione della provincia nuorese; è abbandonato dal 1964 data in cui la famiglia Guiso-Gallisai per problemi economici ne dovette disporre la chiusura; l’UE ha stanziato un finanziamento di 14,5milioni di euro ma i pagamenti effettuati sono circa 4milioni (pari al 28%) e sono fermi da dicembre 2013. Il nostro obbiettivo con questo progetto è di far capire ai nostri concittadini il perché vada ristrutturato; stiamo organizzando un incontro con il vecchio e con il nuovo sindaco per discutere delle preferenze delle varie giunte comunali, il progettista del mulino, uno degli ultimi eredi della famiglia Guiso-Gallisai e uno degli ex dipendenti del mulino. Come scritto nel sito “La nuova Sardegna” il Mulino Gallisai fu acquistato anni fa dall’amministrazione regionale durante la presidenza di Renato Soru. Una volta acquistato è stato dato l’incarico ad una società cagliaritana perché si occupasse di mettere a norma la struttura, con una serie di indispensabili interventi, per eliminare i pericoli e problemi statici di parti del complesso, causati anche dall’incendio del 1991 che danneggiò la parte dell’immobile che si affaccia tra via Grazia Deledda e vicolo delle Conce. Il fabbricato si estende su un’area di 5.300 mq, di cui 1.397 di superficie coperta e 3.900 mq di cortile. L’edificio è costituito da un seminterrato e da 5 piani fuori terra. L’ex Mulino ha ancora le qualità architettoniche e storiche dell’opificio, insieme alle caratteristiche del corpo di fabbrica del primo Novecento. La localizzazione del Mulino Gallisai all’interno del contesto urbano risulta particolarmente strategica: da un lato l’edificio ricade all’interno del centro storico a poca distanza da numerosi ed importanti servizi pubblici e privati, scuole, uffici, la casa natale di Grazia Deledda, la biblioteca Sebastiano Satta, la Cattedrale di S. Maria della Neve, la chiesa del Rosario, la sede dell’Amministrazione provinciale e di quella Comunale e dall’altro si apre al paesaggio imponente della grande valle di “Badde Manna” che separa Nuoro da Oliena. La sua apertura sul Monte Ortobene e il paesaggio circostante attraverso un ampio cortile, rappresenta un fattore di grande rilevanza: infatti rafforza la sua “vocazione” ad accogliere l’eventuale museo dell’identità. Il sindaco di Nuoro, Andrea Soddu è a favore della creazione di un campus universitario, mentre altri pensano che il campus si debba fare al posto dell'ex artiglieria ( un altro dei nostri tanti edifici abbandonati); come dice Renato Brotzu nel suo blog pubblicato su "Sardegna news" << Un Museo porterebbe occupazione per figure specifiche legate all’attività museale, a laboratori della creatività, alla formazione, al turismo e garantirebbe un alto numero di visitatori [...] Questa idea di Museo nacque all’interno di un progetto regionale [...] Per Nuoro fu individuato proprio il Museo dell’Identità come sito importante di crescita e come attrattore culturale con importanti ricadute economiche. Un progetto di largo respiro, di portata quantomeno regionale. >> La nostra “ Head of research” (Alessia) con l’aiuto delle ”analiste” ( Maria Pina e Ilaria) in mancanza dei designer hanno realizzato il disegno rappresentativo della nostra ricerca; abbiamo preferito fare un altro tipo di mappa concettuale, una illustrata graficamente: Al centro del foglio si trova un mulino con a destra un libro con sopra un cappello di laurea e la scritta “campus universitario” e con a sinistra una vetrina con dentro del pane con sopra la scritta “museo dell’identità”; sopra il mulino si trova una lampadina collegata tramite dei cavi alle scritte; questa disegno rappresenta tutta la nostra ricerca, infatti la luce emanata della lampadina raffigura lo splendore al quale vogliamo far tornare il nostro mulino abbandonato. Attualmente il foglio si trova nel nostro “asoc wall” che nel mentre continuiamo e miglioriamo. Finalmente il nostro progetto sta prendendo forma, siamo entusiasti del lavoro fatto fin’ora e non vediamo l’ora di continuare. Ci vediamo alla prossima lezione.
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